Scenario e reperti

Scenario e Reperti
Già fino dal loro esordio gli Sky Lab possono avvalersi di:
- Sala Prove riservata privata
- Impianto Audio
- Impianto Luci DIY
- Volkswagen T2 furgone
La sala prove si trova in mezzo ai campi, in un borgo composto da un edificio abitativo in fase di costante ristrutturazione, e da un "seccatoio" per le piantagioni di tabacco che circondano il blocco antistante. Si chiama Podere Le Chiane. Il gruppo riesce a rendere confortevole la zona prove, ove campeggia un gran focolare a centro stanza, tappezzando le pareti con i mitici cartoni delle uova (ovvero i materiali fonoassorbenti migliori per l'epoca). La security dell'area viene affidata ad un folto gruppo di apodemus sylvaticus, che prestano volontariamente la propria opera dichiarandosi amanti della musica, dei cartoni e degli amplificatori.

Le colonne Montarbo sono nella fattispecie una roba usata di 15 anni prima, che riproducono suoni non ben distinguibili fra bassi ed alti. Diciamo che sparano tutto sui toni medi. Il mixer, che per un inspiegabile vezzo della casa madre si sviluppa in verticale, di fatto occultando la vista al fonico che quindi alza e abbassa volumi a caso, viene in primis OPERATO: il pannello centrale viene ruotato di 180 gradi, quindi sistemato in orizzontale. Per finire viene integrato un punto luce tipo "dito di E.T." snodabile, che fa una porca figura professionale. Fiuh, fortuna che è andato tutto bene.
L'impianto luci è di fatto un reticolato ad alta tensione, realizzato artigianalmente con tubo di ferro e saldatrice a elettrodo (come rimanere folgorati, altrimenti?) che occupa la metà del furgone. L'assorbimento prossimo ai 300 Kw garantisce lo scatto del salvavita nel preciso istante dall'accensione. Infine i cablaggi e i ponticelli collegati con le bananine rappresentano una scelta ponderata per aggiungere brio alle serate.

"Il mio furgone è bellissimo!" dice con una punta di orgoglio il fornaio preparandosi alla vendita, mentre sfratta le galline e sposta il pollaio in un altra zona. In realtà quel bidone è una preoccupante incognita, ma il prezzo vantaggioso e la fama di teutonico stakanovista convincono all'acquisto. Ebbene nonostante 10 anni passati sotto le intemperie, dopo la semplice sostituzione della batteria, l'ineffabile crucco si mette in moto, rilasciando una fumata papale e regalando nel contempo quell'autonomia di movimento necessaria e tanto agognata.
Insomma: tanta voglia di fare, ma pochi lilleri. E comunque si va avanti.

Calendario prove: 3 volte a settimana. Il martedi, il giovedi e la domenica mattina. Perfino i carabinieri, si presume insospettiti dalle auto parcheggiate in mezzo ad un campo, una bella domenica mattina decidono di farci visita. Va beh, diciamo che fanno irruzione. Dopo 15 minuti di chiarimenti se ne vanno dicendo "boh, ci sembra che abbiate la faccia da bravi ragazzi...".

L'immagine a sinistra ci mostra il debito di Pierluigi, un vecchio Farfisa Vip255 i cui registri a volte su bloccano ed emettono note autonomamente anche dopo terminata la canzone. Il condannato a pagare passerà i sabati e le domeniche di almeno 2 inverni a fare il cameriere in pizzeria, per poterselo permettere.

Questa è l'immagine che ritrae Fulvio mentre ritira il premio del Ponte d'Oro, a Poppi, nel 1982. Viene premiato anche come miglior gelataio della provincia da Pupo, nella foto mentre presenta lo spettacolo. Pare che all'artista l'ispirazione per il famoso brano sia venuta quella sera stessa.

La serata del 14 febbraio 1985 ce la portiamo nel cuore, tutti, in una formazione che comprende due grandi amici: Walter Donati al sax, che interpreta Careless Whisper, e Massimiliano Agati, per il quale è l'ultimo live con gli Sky Lab.
Pierluigi si presenta al teatro tenda in piazza della fiera con circa 30 minuti di ritardo perchè trattenuto dai carabinieri dopo essere stato inseguito dalla volante per un malinteso: si sa bene che il bieco fascino dell'artista contempla anche dei trascorsi da delinquente.

Nel 1985 in questo luogo gli Sky Lab scoprono la kriptonite.
Raccontiamo tutto questo, con una punta di nostalgia, per far capire come è nata la nostra band, e forse anche tutte altre, a partire dalla più insignificante per finire a quelle di successo.

Nella foto a sinistra si nota l'imponenza del nuovo impianto audio. La sconosciuta azienda produttrice ce lo aveva venduto "sulla carta", nel senso che l'aveva progettato ma non l'aveva ancora mai costruito. Probabilmente siamo stati i primi al mondo ad accaparrarci i fondi "future", investendo del denaro buono a fronte di un prodotto di qualità ignota ed efficienza ancora più ignota. Ma infatti eravamo più avanti degli altri, che non si fidavano delle parole degli sconosciuti. Noi si.
I produttori ci pregarono quindi di aspettare un po', giusto quei sei mesi, ovvero il tempo di costruirlo (ma soprattutto di ripigliarsi, increduli di averne venduto uno).

In quest'immagine ritroviamo tutta l'essenza del gruppo: la buona volontà, la passione per la musica e per la pittura, e la scarsa capacità in manovra, le cui tracce evidenti si trovano accanto alla pittura.

il 24 settembre 1985 "La Nazione" pubblica questo articolo dedicato agli Sky Lab